Una bandiera nera garrisce alta, non teme né la burrasca né la bonaccia, sfida i vessilli colorati e plasticosi delle multinazionali e gli imperterriti gonfaloni dei concorrenti nostrani. Non si tratta el Jolly Roger di Barbanera e non è ricamata con un teschio e ossa di morto, ma con le spire di un serpente dorato. Nominate un genere di pubblicazione, un tipo di ambientazione, una modalità di gioco. State certi che loro, Curte, Leo, Fabio, Alessio e la nutrita pattuglia di artisti che prestano arte e ingegno alla produzione di Serpentarium, l’hanno già fatto. Giochi da tavolo, librigame, giochi in solitaria, romanzi e, soprattutto, tanti giochi di ruolo diversi nello stile, nelle meccaniche (tutte originali, alla faccia delle Open GL!) e nelle tematiche ma legati dal filo rosso di un’attenzione maniacale all’originalità, alla qualità del prodotto nonché alla, ça va sans dire, piacevolezza nel farsi giocare. Vera bottega di artigiani e artisti del settore, fieri della loro autonomia ma amici di tutti, con quel garbo e irriverenza assieme di cui i toscani sono maestri, non posso che augurare loro almeno altri cento di questi giochi. Senza con questo voler porre limiti a Pelor, ovviamente! Questa puntata è per voi, bischeri e, per colpa di tutta la roba che avete prodotto, mi è toccato anche sforare di un paio di minuti, rispetto al mio solito. Godetevela.
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