Ruchè Vigna del parroco di Castagnole Monferrato (Piemonte)
Aug 9, 2023 ·
4m 23s
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Description
Ruchè: si scrive con l’accento grave e, anche se il Piemonte è vicino alla Francia, si pronuncia “rukè” e non “ruscè”. Castagnole Monferrato, in Provincia di Asti, è uno di...
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Ruchè: si scrive con l’accento grave e, anche se il Piemonte è vicino alla Francia, si pronuncia “rukè” e non “ruscè”.
Castagnole Monferrato, in Provincia di Asti, è uno di quei paesi con “nome e cognome” per distinguerlo da altri paesi (Castagnole Lanze) e rivendicare la sua appartenenza a quello che fu per settecento anni un piccolo stato, fin dal Medioevo celebrato per la sua produzione di vini pregiati (“esultante di castella e vigne suol d’Aleramo” scrive Carducci).
Nel bicchiere, il Ruché cattura l’attenzione per il suo colore, rosso rubino con leggeri riflessi violacei che si trasformano, con l’invecchiamento, in aranciati vivi.
Il bouquet, fine e persistente, è caratterizzato da una notevole percezione aromatica, fusione del profumo di viola e rosa canina.
Il primo a credere nelle potenzialità di questa uva per la produzione di un vino varietale, secco, in purezza, il primo a vinificarlo e venderlo in bottiglia fu un parroco di campagna.
Si chiamava Giacomo Cauda e, molto prima dell’avvento della DOC, quel vino era conosciuto come “Ruchè del Parroco”.
“Che Dio mi perdoni - raccontava Don Giacomo Cauda nei suoi ultimi anni di vita - per aver a volte trascurato il mio ministero per dedicarmi anima e corpo alla vigna.
Finivo la Messa, mi cambiavo in fretta e salivo sul trattore.
Ma so che Dio mi ha perdonato perché con i soldi guadagnati dal vino ho creato l’oratorio e ristrutturato la canonica”.
Castagnole Monferrato: https://maps.app.goo.gl/SZ6DET3Sojvj61br8
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Castagnole Monferrato, in Provincia di Asti, è uno di quei paesi con “nome e cognome” per distinguerlo da altri paesi (Castagnole Lanze) e rivendicare la sua appartenenza a quello che fu per settecento anni un piccolo stato, fin dal Medioevo celebrato per la sua produzione di vini pregiati (“esultante di castella e vigne suol d’Aleramo” scrive Carducci).
Nel bicchiere, il Ruché cattura l’attenzione per il suo colore, rosso rubino con leggeri riflessi violacei che si trasformano, con l’invecchiamento, in aranciati vivi.
Il bouquet, fine e persistente, è caratterizzato da una notevole percezione aromatica, fusione del profumo di viola e rosa canina.
Il primo a credere nelle potenzialità di questa uva per la produzione di un vino varietale, secco, in purezza, il primo a vinificarlo e venderlo in bottiglia fu un parroco di campagna.
Si chiamava Giacomo Cauda e, molto prima dell’avvento della DOC, quel vino era conosciuto come “Ruchè del Parroco”.
“Che Dio mi perdoni - raccontava Don Giacomo Cauda nei suoi ultimi anni di vita - per aver a volte trascurato il mio ministero per dedicarmi anima e corpo alla vigna.
Finivo la Messa, mi cambiavo in fretta e salivo sul trattore.
Ma so che Dio mi ha perdonato perché con i soldi guadagnati dal vino ho creato l’oratorio e ristrutturato la canonica”.
Castagnole Monferrato: https://maps.app.goo.gl/SZ6DET3Sojvj61br8
Information
Author | Giuseppe Cocco |
Organization | Giuseppe Cocco |
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