Simone Facchinetti "Il Rinascimento di Bergamo e Brescia"
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Simone Facchinetti "Il Rinascimento di Bergamo e Brescia" Lotto Moretto Savoldo Moroni Milano, Palazzo Marino, fino al 16 gennaio 2022 Il Comune di Milano riprende con entusiasmo l’appuntamento natalizio con...
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Lotto Moretto Savoldo Moroni
Milano, Palazzo Marino, fino al 16 gennaio 2022
Il Comune di Milano riprende con entusiasmo l’appuntamento natalizio con l’arte a Palazzo Marino, sospeso lo scorso anno a causa della durezza della pandemia, offrendo ai milanesi una mostra che presenta ben quattro capolavori di altrettanti maestri, tra i maggiori protagonisti del Rinascimento nelle città di Bergamo e Brescia: Lorenzo Lotto, Alessandro Bonvicino detto il Moretto, Giovan Girolamo Savoldo e Giovan Battista Moroni.
Attraverso le opere realizzate a Bergamo dal Lotto e quelle dei maggiori esponenti della scuola bresciana e bergamasca - Moretto, Savoldo e Moroni – la mostra Il Rinascimento di Bergamo e Brescia, curata da Francesco Frangi e Simone Facchinetti, con il contributo del comitato scientifico composto da Domenico Piraina, Claudio Salsi, James Bradburne, Roberta D’Adda, Stefano Karadjov, Maria Cristina Passoni, Maria Cristina Rodeschini, proporrà in un allestimento originale nella Sala Alessi le vette più spettacolari di questa stagione artistica, all’interno della quale si formerà poi il giovane Caravaggio, aprendo la strada all’arte moderna.
Fino al 16 gennaio 2022 le porte di Palazzo Marino saranno aperte al pubblico per ammirare i loro capolavori, con ingresso libero e visite guidate gratuite.
“Il territorio di Bergamo e Brescia è stato la culla della formazione del giovanissimo Caravaggio, che si trasferì poi a Milano per frequentare le botteghe degli artisti che qui lavoravano stabilmente, diventando poi il genio della luce e delle ombre che tutti noi conosciamo. Scoprire queste opere significa non solo approfondire la conoscenza di una cultura artistica che ha prodotto capolavori, come quelli che possiamo ammirare in Sala Alessi, e ha aperto la strada a un capitolo nuovo nella storia dell’arte, ma anche valorizzare la ricchezza di arte e storia di quei territori che l’anno scorso sono stati così duramente colpiti dalla pandemia– ha dichiarato il Sindaco Giuseppe Sala – Cinque Municipi, poi, si uniscono alla festa ‘in arte’ per il Natale che sta arrivando con l’esposizione di opere provenienti dal patrimonio civico milanese, conservato ed esposto al Castello Sforzesco”.
“Per la prima volta opere del Rinascimento bresciano vengono ospitate in questa prestigiosa esposizione e non possiamo che essere orgogliosi di questa scelta che regala alle opere del Moretto e del Savoldo una vetrina inedita. Ma si tratta soprattutto di un'occasione importante per tenere a battesimo il sodalizio Brescia-Bergamo in vista del 2023 quando saremo, insieme, un'unica capitale della cultura. Ci è parso quanto mai propizio che, dopo questo lungo periodo difficile che ha interessato in particolar modo queste nostre due città, fossero proprio opere del nostro Rinascimento a rappresentarci qui a Milano”, ha affermato il Sindaco di Brescia Emilio Del Bono.
“La mostra a Palazzo Marino è il primo significativo appuntamento culturale che vede insieme Bergamo e Brescia dopo l'annuncio del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2023, riconosciuto da Governo e Parlamento in via straordinaria alle due città per le gravi sofferenze patite durante la pandemia. Poter mostrare a Milano, ai tantissimi cittadini e turisti che amano la tradizionale mostra di Natale, un’opera di Accademia Carrara è una grande opportunità, un mezzo potente per far conoscere il nostro straordinario patrimonio e quella particolare confluenza artistica rappresentata dal territorio bresciano bergamasco nel corso del Cinquecento. Un vivo ringraziamento al Sindaco Giuseppe Sala per aver sostenuto una collaborazione proficua che risulta oggi, dopo un periodo così travagliato, ancora più preziosa”, ha confermato Nadia Ghisalberti, assessore alla Cultura Comune di Bergamo.
La mostra vuole essere anche un omaggio a Roberto Longhi, il grande storico dell’arte scomparso cinquant’anni fa, che proprio nell’ambito dei suoi studi sul maestro milanese seppe per primo valorizzare l’originalità della tradizione bergamasca e bresciana e il suo ruolo decisivo nella genesi del realismo caravaggesco.
L’importanza di Bergamo e Brescia sulla scena artistica si sviluppa a partire dai primi decenni del Cinquecento, quando pittori forestieri e locali danno vita ad un’originale sintesi delle vie lombarde e venete, favorita anche dalla particolare posizione geografica delle due città: ultimo avamposto della Serenissima in terraferma e territorio conteso tra Milano e Venezia. Nelle due città si afferma una scuola pittorica fortemente orientata in senso realistico, in grado di rinnovare in profondità perfino l’interpretazione dei temi più consueti dell’iconografia religiosa. I personaggi di quelle vicende assumono una dimensione autentica, quotidiana, ottenuta grazie allo studio attento dei fenomeni luministici e a un linguaggio non idealizzato, teso a restituire con immediatezza la verità delle cose e degli atteggiamenti. Al Rinascimento bergamasco e bresciano si attribuisce, quindi, la statura di una “terza via” rispetto a quelle principali, dell’Italia centrale e del Veneto. La mostra Il Rinascimento di Bergamo e Brescia porta quindi alla ribalta una delle principali declinazioni dell’arte rinascimentale in Italia.
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