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Luci e ombre della diversity negli studi legali e in azienda.
Michela Cannovale intervista i protagonisti della business community.
Michela Cannovale intervista i protagonisti della business community.
12 NOV 2024 · Caro collega, ti scrivo perché vorrei mettere nero su bianco alcune riflessioni su un argomento importante: le molestie sul lavoro. Cosa intendo? Beh, parlo di comportamenti inappropriati e offensivi tra collaboratori, di azioni che violano i confini personali, di avances sessuali indesiderate, ma anche di voci e dicerie che ledono la dignità altrui. Purtroppo, nonostante gli sforzi per promuovere ambienti di lavoro più rispettosi, questo rimane ancora un problema diffuso, soprattutto ai danni delle tue colleghe donne. E molto spesso, caro collega, siete voi uomini a essere i protagonisti dei comportamenti offensivi, anche se magari non ve ne rendete conto. Perché dico questo? Non solo perché sono diventata grande mentre nel mondo si diffondeva il movimento del #MeToo. Lo dico anche sulla base dei numeri.
15 OCT 2024 · Virilissimo o viralissimo? Con il loro dissing di metà settembre, Fedez e Tony Effe hanno ottenuto un (ennesimo e fugace) momento di gloria, oltre a qualche follower in più. Sulla pelle, però, delle rispettive ex compagne.
Per chi si fosse perso qualche passaggio, ecco la storia in pochi punti essenziali:
- Prima dell’inizio dell’estate Tony Effe rilascia un’intervista in cui dichiara di aver rifiutato la proposta di Fedez di collaborare a una nuova canzone insieme (e decide di dedicarsi al progetto 'Sesso e samba');
- A settembre la canzone esce: si intitola 'Di Caprio'. La canta Fedez insieme a Niky Savage. Inizia il dissing.
- Pochi giorni dopo, infatti, Tony Effe esce con il suo '64 Bars' per RedBull in cui accusa Fedez di aver usato la sua brutta copia (Niky Savage) per il pezzo a cui si era rifiutato di collaborare;
- Fedez risponde con 'L’infanzia difficile di un benestante', un riferimento alle origini borghesi di Tony Effe, cresciuto nel centro di Roma;
- La canzone di risposta di Tony Effe s’intitola 'Chiara', e vi lascio solo immaginare a chi faccia riferimento;
- Nell’ultimo pezzo, 'Allucinazione collettiva', Fedez promette di chiudere “questa pagliacciata”.
In effetti, il dissing finisce così. Non prima, però, di aver utilizzato le rispettive partner per completare le rime dei vari pezzi. Come si diceva all’inizio, gran parte del botta e risposta è stato costruito sulla pelle delle ex dei due rapper o sulle basi dei soliti cliché sessisti. Cito Tony Effe: “Go, go, la Chiara dice che mi adora”, “Ti piace uomo oppure donna”, “Mentre mi abbracciavi, stavi con Taylor Mega”. E cito Fedez, che non è da meno: “Scrivevi a mia moglie mentre mi abbracciavi / quelli come te io li chiamo infami”, “Mi spiace che Chiara ti abbia dato confidenza, almeno con te possiamo dire che ha fatto beneficenza”, “Hai passato più tempo a farti la ceretta che a farti Vittoria Ceretti”. Etc. etc. Insomma, ma non vi vergognate a dover tirare in ballo il corpo delle donne e la vostra presunta virilità per completare queste strofe?
Per fortuna che c’è ancora qualche rapper che non ci sta. Come Frankie hi-nrg mc, che a proposito di questo dissing ha commentato: «‘Sti gentiluomini della rima non riescono proprio a non trattare le donne come accessori da usare, scambiare, buttare, schifare». Ben detto, Frankie!
Ma il professor Pietro Saitta, l’ospite dell’ultima puntata di “Diverso sarà lei” che potete ascoltare cliccando qui in alto, non è d’accordo con noi. Secondo lui siamo vittime inconsapevoli del panico morale, un concetto ben noto ai sociologi e che ha provato ad applicare alla musica trap nel suo “Violenta Speranza. Trap e riproduzione del panico morale in Italia”, edito nel 2023 da Ombre Corte. Ascoltala anche tu, Frankie.
17 SEP 2024 · Sono in auto sulla A7, di rientro dalla pausa estiva. È mattina presto e abbiamo deciso di viaggiare in un giorno feriale, due fattori che ci permettono di godere di un traffico non particolarmente intenso. La nostra Fiesta Blu procede decisa, non fosse altro che per i camion che, a decine, occupano la seconda e terza corsia, rallentando a tratti la nostra corsa verso casa. Enormi convogli composti da due e più rimorchi che trasportano merci come pietre e la terra, legname, cereali, minerali, acciaio, marmo, carta e cartone, cemento, calce, piastrelle e ceramica. Li controllo attentamente e su nessuno dei tir mi sembra di notare donne alla guida, il che mi fa pensare che il cliché dell’uomo-camionista sia ancora perfettamente rispettato. Mi vengono in mente, a questo proposito, due proverbi ancora molto trendy tra i miei conoscenti più boomer: il classicissimo “donna al volante, pericolo costante” – di cui mi è sempre stato chiaro il significato, contrariamente alle sue motivazioni – e il più insidioso “donne e motori, gioie e dolori”. Di questo secondo non ho mai capito fino in fondo se, come il primo, sottintenda una presunta incapacità delle donne alla guida, tanto che al volante sarebbero talmente inette da procurare a chi le guarda sia gioie (dal ridere) che dolori (quelli fisici, dopo gli incidenti che provocherebbero), o se faccia invece riferimento al fatto che le donne, come i motori, sono in grado di regalare agli uomini grandi soddisfazioni, ma anche grandi problemi.Nessuna delle due alternative riesce a rasserenarmi e decido di trovare pace con uno spuntino in autogrill.
15 JUL 2024 · Quanti di voi conoscono il gatto a due code? Chiamato anche nekomata, trattasi di un felino appartenente alla mitologia giapponese dotato di poteri necromantici e sciamanici. Ciò che lo caratterizza, oltra alla capacità di muoversi sulle zampe posteriori, è la presenza di una seconda coda che si origina dalla stessa base da cui parte la prima. La sua comparsa avverrebbe, secondo le credenze, quando il felino raggiunge il decimo anno d’età – è questo, peraltro, il motivo per cui fino al XVII secolo ai cuccioli di gatto veniva mozzata la coda: per evitare che si trasformassero in temibili nekomata!
7 JUN 2024 · Aprendo il vocabolario Treccani alla voce carriera alias, si legge: ‘loc. s.le f. Procedura amministrativa che, sulla base di un accordo di riservatezza tra scuola o ateneo, studente e famiglia (nel caso in cui lo studente sia un minore), prevede la possibilità di modificare in registri e atti interni il nome anagrafico dello studente con quello scelto dallo studente stesso, nel caso che quest’ultimo sia una persona transessuale o abbia avviato un percorso di transizione’.
14 MAY 2024 · L’Università di Trento ha introdotto nel proprio regolamento approvato lo scorso 28 marzo il femminile sovraesteso: cosa significa, vi chiederete voi? Che tutte le cariche menzionate all’interno del testo sono declinate al femminile, indipendentemente dal fatto che le persone dei ruoli in questione siano uomini o donne. Ho quindi contattato il rettore dell’ateneo, Flavio Deflorian, per farmi raccontare TUTTO di questa iniziativa.
16 APR 2024 · Quanto è complicata la vita delle famiglie non tradizionali in Italia? Oltre ad essere una domanda che varrebbe sempre la pena porsi, è anche il titolo di un articolo del Post pubblicato a marzo 2023, quando il governo italiano aveva chiesto ai sindaci di interrompere il riconoscimento alla nascita dei figli delle coppie omogenitoriali. Da allora sono successe tante cose (ma la domanda iniziale rimane sempre attuale). Una fra tutte: il gesto di rivolta del tribunale di Padova, che lo scorso 5 marzo ha rigettato le richieste avanzate dalla procura nel giugno del 2023 di annullare 30 certificati di nascita di bambini nati da coppie composte da due donne e concepiti all’estero tramite fecondazione eterologa.
12 MAR 2024 · Sembra un pasticciaccio brutto, ma non è l’opera di Gadda. Parliamo del “bonus mamme” introdotto dalla Legge di Bilancio 2024 per sostenere le lavoratrici con almeno due figli (di cui il più piccolo di età inferiore a 10 anni) e titolari di contratto a tempo indeterminato che consentirebbe di beneficiare di una riduzione contributiva fino a un massimo di 250 euro al mese, e fino al limite di 3mila euro annui.Peccato che l’Inps abbia tardato a pubblicare la circolare applicativa del bonus, tanto che sono ancora centinaia le dipendenti che, nei vari forum online, segnalano di non aver ancora ricevuto il contributo nella busta paga di febbraio. In risposta ad un commento pubblicato da una docente sulla pagina Facebook del portale NoiPA, piattaforma realizzata dal MEF per la gestione del personale della pubblica amministrazione, si legge che “sono in corso le attività per l’adeguamento del sistema alla misura prevista dalla Legge di Bilancio 2024. Sarà nostra cura informare le Amministrazioni circa gli adempimenti da assolvere per il corretto riconoscimento del beneficio”.
Ma il ritardo non è l’unico problema: il bonus, abbiamo detto, consiste nell’esonero della contribuzione previdenziale, a partire da gennaio 2024, fino ad un massimo di 3mila euro annui. L’esonoro è per legge pari 6% nel caso in cui la retribuzione imponibile che non ecceda l’importo mensile di 2.692 euro, oppure al 7% per retribuzioni imponibili non oltre i 1.923 euro mensili. Tuttavia, visto che il bonus mamme non è cumulabile con la misura del taglio del cuneo contributivo, le lavoratrici con redditi più bassi, con un esonero del 6% o 7%, avranno paradossalmente un reale beneficio inferiore alle lavoratrici con redditi più alti.
Che sòla!, direbbero a Roma. E c’è chi ci mette pure il carico da novanta: di fatti, il bonus aumenterà le disuguaglianze tra le madri di due figli tutelate da un contratto e quelle che un contratto non ce l’hanno oppure hanno un contratto ma sono madri di un solo figlio. Sono infatti escluse dal contributo le mamme di figli unici, anche se con disabilità, le lavoratrici domestiche, le pensionate, le lavoratrici a tempo determinato, le disoccupate, le collaboratrici occasionali e le libere professioniste, come le tante avvocate e imprenditrici che ci leggono. Ho voluto contattare due di loro, due imprenditrici: Simona Befani e Sara Di Mario, che insieme ad altre due socie (sono quindi quattro in tutto e tutte donne) hanno fondato Pika Energy, realtà dedicata alla produzione di biometano. Non abbiamo parlato di pasticci come il bonus mamme, sebbene madri lo siano entrambe, ma di progetti ben riusciti. Perché nonostante non esistano ancora riforme strutturali a livello statale che permettano alle donne di guadagnare come un uomo e di non dover scegliere tra figli e lavoro, c’è chi, alle volte, riesce a rompere il soffitto di cristallo.
1 FEB 2024 · Secondo gli avvocati Roberto Isibor e Martina Giacobbe, se gli studi legali in Italia fossero più multiculturali al loro interno, con avvocati con background diversi, riuscirebbero riempire quel gap che manca loro per rappresentare al meglio tutte le diversità presenti nel mercato. Se fossero più multiculturali, poi, mi dice Roberto, «non mi sentirei più l’unico nero nella stanza».
16 JAN 2024 · Fra le varie vicende con cui si è chiuso il 2023, una mi sta particolarmente a cuore: è quella che riguarda la “missione delle ragazze” secondo Lavinia Mennuni, parlamentare di FdI. Mentre era ospite di La7, la deputata ha affermato: «Non dobbiamo dimenticare che esiste la necessità, la missione (la vogliamo chiamare così perché io penso sia una cosa bella?) di mettere al mondo dei bambini, che saranno i futuri cittadini italiani. E qui c’è l’approccio culturale: ora userò un termine terribile, che diventerà trash: dobbiamo aiutare le istituzioni, il Vaticano, le associazioni» a far sì «che la maternità torni a diventare di nuovo cool. Dobbiamo far sì che le ragazze di 18 anni di 20 anni, vogliano sposarsi e vogliano mettere su una famiglia».
Come ci si poteva aspettare, Mennuni è stata sommersa da una valanga di critiche.Faccio questa premessa perché non vorrei mai che mi venissero lanciati rimproveri della stessa risma (a mia discolpa, ma senza neanche farmene un vanto nel caso a qualcuno venisse in mente, posso aggiungere che, sebbene io abbia superato da un pezzo i 20 anni, non ho mai creduto che la maternità fosse la missione della mia vita).
Una cosa però vorrei dirla. Anzi, due. La prima: ho conosciuto diverse coppie che, pur desiderando una famiglia, hanno dovuto posticipare l’arrivo dei figli perché “per ora non possiamo permettercelo” o “ho appena iniziato il lavoro nuovo” o, ancora, “non posso deludere i miei capi”.La seconda (tenetevi forte perché è piuttosto inquietante): stando agli ultimi dati Istat, per ogni minore con meno 6 anni ci sono in Italia 5,6 persone anziane. L’indice di vecchiaia, che nel 2011 era al 148,7%, è schizzato in poco più di un decennio al 193,1%. Il 36% degli italiani ritiene inoltre che avere figli sia ancora un ostacolo alla carriera, un’opinione condivisa dal 43,5% di chi ha già una famiglia.
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